Come alimentare una sana comunicazione tra genitori separati/divorziati.

La coordinazione genitoriale, un possibile aiuto nelle situazioni di alta conflittualità.

Può capitare che anche due genitori conviventi fatichino a comunicare.
Esperti professionisti ci insegnano come è possibile farlo come prerogativa perché la relazione rimanga viva ma quando questa ultima si rompe allora la diretta conseguenza è che non ci si comunica più?
Se foste solamente degli adulti lascerei trovare a voi la risposta più appropriata ma se siete anche genitori, allora no, mi permetto di sottolineare che ciò non è accettabile e plausibile per l’interesse del minore.
Ecco perché potrebbe essere utile sapere che è possibile, con un preciso metodo, riattivare una comunicazione interrotta con l’intento di salvaguardare il benessere psicofisico dei vostri figli riducendo la loro esposizione al conflitto, che con una corretta comunicazione potrebbe essere incapsulato o affievolito. In primis è necessario intendere il verbo comunicare non come il puro “dire, far sapere” ma rendere partecipe l’altro “per lo più di cose non materiali – pensieri, sentimenti, idee ( http://www.treccani.it/vocabolario/comunicare).


La comunicazione porta con sé un bisogno di ascoltarsi ed ascoltare (non di sentire) e questo richiede esercizio e fatica, che imparerete o approfondirete lungo il percorso di coordinazione genitoriale affinché possiate prendere congiuntamente decisioni che riguardano unicamente i vostri figli. Frequentemente in situazioni di separazione e divorzio comunicare, anche solamente inteso come dirsi delle cose, può diventare molto difficile, a volte impossibile – credo che sappiate di cosa parlo e che ognuno di voi dirà “ho le mie buone motivazioni” – ma quello che in questi casi spesso succede è perdere il focus e cioè che volontariamente o meno lasciate che i vostri figli siano continuamente ed inevitabilmente esposti al fuoco che scagliate contro l’altro. Preciso per scrupolo che l’assenza di comunicazione non vuol dire non essere in conflitto, ad esempio più volte mi è stato detto di delegare unicamente ai propri legali ogni
passaggio di informazione, questo comportamento espone ugualmente i vostri figli a quanto sopra scritto. Ascolto e leggo messaggi volti a denigrare l’altro nella sua persona ma quello che a me maggiormente interessa, per il ruolo di assistente sociale libero professionista e che in queste situazioni utilizza il metodo della coordinazione genitoriale, è di garantire l’esercizio della responsabilità genitoriale di ciascun genitore, nel rispetto del principio di bigenitorialità. 


Dopo quindici anni di lavoro prevalentemente svolti espletando mandati di valutazione per l’Autorità Minorile ed Ordinaria, ho capito attraverso studi e riflessioni che non era più sufficiente per me aiutare i genitori altamente conflittuali utilizzando solo i metodi conosciuti, motivo per cui che deciso di studiare e di continuare ad approfondire la coordinazione genitoriale, metodo per ora poco diffuso in Italia e talvolta erroneamente
divulgato.

Invito ad approfondire l’argomento sul sito dell’Associazione Italiana Coordinatori Genitoriali (A.I.Co.Ge, https://coordinazionegenitoriale.eu ), associazione voluta insieme ad altri colleghi per creare in Italia uno spazio di pensiero e azione che tenendo conto degli aspetti normativi, sociologici e di Welfare trovi un’integrazione possibile con le linee guida internazionali ( AFCC – Association of Family and Conciliation Courts), recentemente
riviste e tradotte in maniera coerente al nostro sistema giuridico.

La coordinazione genitoriale è un sistema di risoluzione alternativa delle controversie non riservato, centrato sul minore. È rivolta a genitori la cui perdurante
elevata conflittualità costituisce un rischio evolutivo per i figli. Essa prevede che un terzo imparziale, professionista adeguatamente formato, aiuti i genitori altamente conflittuali a mettere in pratica la bigenitorialità attraverso l’implementazione e il mantenimento delle decisioni già assunte dall’Autorità Giudiziaria e di quelle che
saranno prese all’interno del processo di Co.Ge.
sulla base del riconoscimento dei bisogni dei figli. Il Coordinatore Genitoriale, previo consenso dei genitori, potrà suggerire soluzioni, fornire raccomandazioni e, nei limiti del mandato ricevuto, assumere decisioni nell’interesse dei figli.”

Proviamo a specificare meglio le parole chiave di questa definizione per capire come è possibile davvero alimentare una sana comunicazione tra genitori separati/divorziati:

ALTA CONFLITTUALITA’: la coordinazione genitoriale non è adatta a tutti i genitori
conflittuali (ricordo che litigare non è per forza conflitto), è compito del coordinatore
genitoriale verificare l’appropriatezza del metodo per quella specifica coppia
genitoriale in quanto formato e competente nell’analisi del conflitto.

Questa analisi è necessaria anche perché orienterà le modalità e gli strumenti di comunicazione da mantenere lungo il percorso. Sia durante gli incontri e sia in tutte le forme scritte la comunicazione dovrà essere sempre adeguata e non polemica, dovrà attenersi ai dati circoscritti i temi oggetto degli incontri

“PARLARE UNO PER VOLTA, RIVOLGERSI ALL’ALTRO IN MANIERA RISPETTOSA, PARLARE DI SÈ E NON DELL’ALTRO. Al terzo richiamo per il mancato rispetto delle regole l’incontro sarà sospeso e la spesa addebitata al cliente che ha portato alla sospensione dello stesso”

TERZO IMPARZIALE: il coordinatore genitoriale NON è NEUTRALE (caratteristica
propria del mediatore familiare) ma avvalla pensieri, tesi, azioni che rispecchiano il reale interesse del minore presentificato dalla coppia genitoriale, a prescindere da chi dei due sia stato capace di esternare ciò. Questo vuol dire che potrei sentirvi affermare “da ragione a lui/lei” quando, invece, vi sto comunicando cosa potrebbe
essere meglio per vostro figlio a prescindere da chi lo dice.


BIGENITORIALITA’: la presenza equilibrata e continuativa di entrambi i genitori nella vita dei figli si costruisce nel rispetto dei bisogni specifici di ogni membro di quella famiglia e non su assunti teorici. Infatti, il piano genitoriale è lo strumento definitivo al quale i genitori arriveranno incontro dopo incontro, ogni qual volta riusciranno a giungere ad accordi sui temi precisi da loro definiti nel primo incontro.
(es: scuola, visite mediche, introduzione nuovi partner, tempo extrascolastico,
passaggio dei bambini, etc…).

DECISIONI ASSUNTE DALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA: affido, collocamento e regolamentazione sono gli aspetti strutturali presenti in una sentenza che in coordinazione genitoriale non possono essere messi in discussione. Compito del coordinatore genitoriale è renderli attuabili, monitorarne il rispetto e, solo con il consenso di entrambi, implementarli.

In conclusione, è fondamentale che entrambi i genitori, deliberatamente, a seguito di indicazioni del proprio legale – parte attiva e fondamentale nel percorso – o di un altro professionista che ha in carico la situazione (psicologo, psicoterapeuta, assistente sociale, liberi professionisti o operatori di un Servizio pubblico), all’esito di una CTU o di una prescrizione, decidano insieme di comunicare la propria volontarietà ad intraprendere tale percorso.
Esclusi casi di violenza o di non vicinanza territoriale, situazioni in cui potrebbe venirci in aiuto la tecnologia (io uso la piattaforma Zoom), entrambi i genitori presenziano inizialmente una volta alla settimana presso il mio studio, all’interno di un setting preciso e strutturato, con regole di comunicazione chiare e condivise sin dalla firma del
contratto, consapevoli che lo stile comunicativo usato dal coordinatore genitoriale è
di tipo direttivo ed il contesto non è di natura valutativa. L’obiettivo è uscire da ogni incontro, di durata massima di 1.30 h, con un verbale conciso che riporti l’accordo preso e le modalità di monitoraggio dello stesso da parte del coordinatore. Esso viene contestualmente firmato dai genitori ed inviato ai rispettivi legali con tutti i soggetti in copia. La scrivente suggerisce ai genitori che non hanno strumenti di comunicazione funzionali l’app 2houses , quale strumento per facilitare la pianificazione e l’organizzazione del regime di visita, la gestione delle spese, le attività ma anche per archiviare documenti scolastici, medici e quanto necessario all’esercizio di una bigenitorialità. E quando valuto che la coordinazione genitoriale non è il metodo appropriato per riattivare una comunicazione e garantire ai bambini una relazione sufficientemente buona con entrambi i genitori?

Un aiuto possibile
Sabrina Ritorto

Assistente sociale – N. Iscrizione Albo Regionale Ass.Soc. 3960/B

Ricevo in Largo Kennedy n.3 Rho (MI)
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